Capita di rado di uscire da una sala cinematografica portandosi con sé
un senso di meraviglia che perdura per ore dopo la fine della proiezione. Quando i film sono intensi e molto belli, si
prova di solito un senso di piacere, anche fortissimo nei casi più fortunati,
che sfocia in una sincera e profonda ammirazione per chi si è rivelato in grado
di realizzare quell’opera. Con Cave of Forgotten Dreams si va
addirittura oltre, in quanto lo straordinario lavoro di Werner Herzog assume il
fascino di un viaggio mitico, magico e
ammaliante alle origini della cultura umana. È davvero complesso, se non
impossibile, rendere appropriatamente conto delle potentissime emozioni che
scaturiscono dalla visione di questo documentario-capolavoro realizzato all’interno
della grotta Chauvet (sud della
Francia), scoperta per pura fatalità nel
1994 dallo speleologo Jean-Marie
Chauvet (dal cui cognome ha preso nome la grotta) e ospitante delle
straordinarie pitture rupestri risalenti
a circa 32.000 anni or sono.