Dopo
la scrittura per documentari, serie televisive e cortometraggi, il Premio
Solinas guarda con sempre maggiore decisione alle forme narrative del web.
A
quasi trent’anni dalla sua istituzione, il Premio
Solinas continua a dare la possibilità a giovani talenti di emergere nel sistema cinematografico italiano. Dopo aver lanciato molti sceneggiatori in seguito affermatisi e, al
contempo, aver creato le condizioni per la realizzazione di alcuni importanti film
italiani, a
partire dagli anni duemila il Premio ha ulteriormente ampliato il proprio
sguardo sulla scrittura per documentari, serie televisive e cortometraggi.
Negli ultimissimi anni, in più, si è mostrato sensibile anche al mondo del web, lanciando due concorsi che stanno
già portando alla ribalta nuovi autori. Ne abbiamo parlato con Annamaria
Granatello, direttrice artistica e
vicepresidente del Premio Solinas.
Come è nata
l’idea di istituire la prima edizione de “La Bottega delle webseries”?
Il
web ormai è entrato nella nostra vita quotidiana e ci impone di guardare la
realtà in modo nuovo. Sta modificando le modalità di comunicazione, di
relazione tra le persone e, soprattutto, di fruizione dei prodotti. Era quindi
impossibile mostrarci indifferenti a questi fenomeni. Quando ci siamo iniziati
a interrogare sul fenomeno delle webseries, ci siamo accorti che queste spesso avevano
delle idee di partenza molto interessanti e una buona prima puntata, ma poi
tendevano a perdersi, risultando poco coinvolgenti. L’idea quindi è stata
quella di lavorare sulla scrittura seriale per le webseries, selezionando dei
progetti per poi sviluppare per ognuno di essi cinque puntate tra i 5 e i 7
minuti.
Come si è
sviluppato, in questo contesto, il rapporto con Rai Fiction?
Abbiamo
parlato con la direttrice “Tinny” Andreatta, tra le cui priorità c’è proprio
quella di aprire ai giovani talenti e al web, che si è dimostrata entusiasta
della nostra idea. Ci siamo così occupati di avviare un laboratorio su tre
progetti selezionati e, in grande sintonia con Rai Fiction, ne abbiamo infine scelto
uno: A.U.S. di Antonio Marzotto e
Serena Patrignanelli. I nostri tutor di sceneggiatura, regia e montaggio si
sono impegnati a seguire anche la fase di realizzazione e le 5 puntate andranno
online sul sito della Rai che, se verrà fuori un buon lavoro, potrebbe
investire su tutta la serie e perfino mandarla in prima serata su uno dei suoi
canali generalisti, come fatto con Una
mamma imperfetta di Ivan Cotroneo.
Un altro vostro
concorso che guarda al mondo del web è il “Solinas Experimenta”, dedicato alle
produzioni low budget e il cui bando per la seconda edizione è scaduto lo
scorso novembre.
La
prima edizione del 2011 è stata un grande successo e ha portato alla produzione
da parte di Rai Cinema di ben due progetti finalisti: Aquadro di Stefano Lodovichi, vincitore di numerosi festival e considerato
uno dei miglior web movie realizzati in Italia, e Monitor di Alessio Lauria, le cui riprese si sono svolte un paio di
mesi fa con un cast composto da Valeria Bilello, Michele Alhaique, Claudio Gioé
e Riccardo De Filippis. Passando per il Solinas, Lodovichi e Lauria hanno avuto
la possibilità di esordire nel lungometraggio. Il primo, oltre ad avere in
sviluppo un altro progetto con Rai Cinema, è stato recentemente chiamato da Sky
per girare una serie e lavora nel campo della pubblicità. Con la prima edizione
di “Experimenta”, ci siamo divertiti a lavorare molto con le possibilità date
dalla narrazione crossmediale e transmediale.
Quali saranno,
invece, le novità della seconda edizione?
In
questa seconda edizione, partita solo nel 2014 a causa delle notevoli
difficoltà riscontrate nel reperire i fondi necessari, insisteremo ancor di più
su questi aspetti di convergenza tra cinema e web. In più, oltre a
sceneggiatori, registi, montatori e curatori degli effetti speciali, nei
laboratori coinvolgeremo anche videoartisti, stilisti e autori di teatro.
Pensando non solo al web, come possibile canale di distribuzione, ma anche alla
sala. L’idea è quella di costruire una bottega creativa sperimentale che offra
ai giovani una stimolazione artistica a 360°. A partite dalle storie che
verranno selezionate, vogliamo creare delle discussioni sull’arte che
arricchiscano l’immaginario delle storie stesse. In un mondo in cui ormai è
estremamente facile realizzare un prodotto audiovisivo con telecamere accessibili
di ottima qualità, l’obiettivo è far riflettere i giovani autori
sull’importanza di sviluppare una capacità visionaria in grado di raccontare
una storia con un approccio originale e che sappia andare oltre i confini delle
regole.
Articolo pubblicato, in una versione più corta, nel numero 8 di Fabrique du
Cinéma (Inverno 2014)
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