Alla vigilia delle premiazioni in pochi si sarebbero aspettati un'esclusione dal palmarès di Toni Erdmann, il grande favorito per la Palma d'oro della critica internazionale apparso ai miei occhi come l'unico film che avesse con evidenza una marcia in più rispetto agli altri, in termini di originalità e inventiva.
Al di là dell'inspiegabile scelta da parte della giuria di ignorare l'opera tedesca di Maren Ade, comunque, il Festival di Cannes di quest'anno ha offerto una sezione competitiva non particolarmente esaltante ma con alcuni film ottimi (la Palma d'Oro I, Daniel Blake di Ken Loach e Paterson di Jim Jarmusch), molto buoni (Graduation di Christian Mungiu e It's Only the End of the World di Xavier Dolan) o per diversi motivi interessanti anche se non completamente riusciti (Aquarius di Kleber Mendonça Filho, The Handmaiden di Park Chan-wook, Sieranevada di Cristi Puiu, Julieta di Pedro Almodovar, American Honey di Andrea Arnold, Loving di Jeff Nichols).
Riguardo l'aspetto stilistico e di messa in scena, gli unici due film del Concorso che mi hanno davvero colpito per le scelte meno convenzionali e la capacità di emozionare anche solo per un'angolazione o un movimento inaspettati della macchina da presa sono stati, in ordine di preferenza, i già citati It's Only the End of the World e The Handmaiden. Al di fuori del Concorso, invece, da questo punto di vista si è dimostrato di un livello fuori dal comune Neruda di Pablo Larraín.
Al di là dell'inspiegabile scelta da parte della giuria di ignorare l'opera tedesca di Maren Ade, comunque, il Festival di Cannes di quest'anno ha offerto una sezione competitiva non particolarmente esaltante ma con alcuni film ottimi (la Palma d'Oro I, Daniel Blake di Ken Loach e Paterson di Jim Jarmusch), molto buoni (Graduation di Christian Mungiu e It's Only the End of the World di Xavier Dolan) o per diversi motivi interessanti anche se non completamente riusciti (Aquarius di Kleber Mendonça Filho, The Handmaiden di Park Chan-wook, Sieranevada di Cristi Puiu, Julieta di Pedro Almodovar, American Honey di Andrea Arnold, Loving di Jeff Nichols).
Riguardo l'aspetto stilistico e di messa in scena, gli unici due film del Concorso che mi hanno davvero colpito per le scelte meno convenzionali e la capacità di emozionare anche solo per un'angolazione o un movimento inaspettati della macchina da presa sono stati, in ordine di preferenza, i già citati It's Only the End of the World e The Handmaiden. Al di fuori del Concorso, invece, da questo punto di vista si è dimostrato di un livello fuori dal comune Neruda di Pablo Larraín.
Dopo 11 giorni passati a vedere 35 film, i 10 cortometraggi in gara per la Palma d'oro e una dozzina di filmati pensati per la tecnologia della realtà virtuale (corti documentari, animati ed episodi di serie), un paio di opere in Concorso generalmente molto apprezzate non sono riuscito a recuperarle, così come qualche film Fuori Concorso: The Salesman di Ashgar Farhadi, Elle di Paul Verhoeven, Il GGG - Il grande gigante gentile di Steven Spielberg, The Nice Guys di Shane Black e Money Monster di Jodie Foster.
Considerate queste inevitabili assenze, qui di seguito trovate la mia top 15 del Festival di Cannes:
1) Toni Erdmann di Maren Ade - Concorso
2) I, Daniel Blake di Ken Loach - Concorso
3) Paterson di Jim Jarmusch - Concorso
4) Graduation di Cristian Mungiu - Concorso
5) Neruda di Pablo Larraín - Quinzaine des Réalisateurs
6) It's Only the End of the World di Xavier Dolan - Concorso
7) Fiore di Claudio Giovannesi - Quinzaine des Réalisateurs (leggi la mia recensione)
8) La pazza gioia di Paolo Virzì - Quinzaine des Réalisateurs (leggi la mia recensione)
9) Fai bei sogni di Marco Bellocchio - Quinzaine des Réalisateurs (leggi la mia recensione)
10) My Life as a Courgette di Claude Barras - Quinzaine des Réalisateurs
11) Aquarius di Kleber Mendonça Filho - Concorso
12) Endless Poetry di Alejandro Jodorowski - Quinzaine des Réalisateurs
13) The Handmaiden di Park Chan-wook - Concorso
14) Sieranevada di Cristi Puiu - Concorso
15) The Happiest Day in the Life of Olli Mäki di Juho Kuosmanen - Un Certain Regard
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