Era da settembre che non se ne avevano più notizie, da quando Deadline aveva pubblicato per prima un articolo in cui si affermava che i diritti del film (dal budget stimato di 35 milioni di dollari) erano stati acquisiti dalla Focus Features. Ora, a quasi cinque mesi di distanza, ci sono significative novità riguardo l'atteso nuovo lungometraggio di Paul Thomas Anderson ambientato nel mondo della moda londinese degli anni Cinquanta, ufficialmente ancora privo di titolo. Tre giorni fa, infatti, sono iniziate ad apparire online alcune immagini dal set scattate dal fotografo Glenn Kilpatrick e possiamo così dare per certo che le riprese in Gran Bretagna, precedentemente annunciate proprio per l'inizio di quest'anno, siano di fatto iniziate. Secondo quanto riportato dalla Whitby Gazette, negli scorsi giorni la troupe del film ha girato nella cittadina inglese di Lythe per poi spostarsi a Robin Hood's Bay, con la produzione che dovrebbe rimanere nel North Yorkshire anche nel mese di febbraio.
lunedì 30 gennaio 2017
giovedì 26 gennaio 2017
Paul Thomas Anderson, "Vizio di forma" e quella firma sulla mia tesi di laurea
Occasionalmente, la funzione di Facebook che ogni giorno propone agli utenti ricordi legati alle loro condivisioni virtuali degli anni precedenti ti riserva delle belle
sorprese. Proprio oggi è stata una di quelle volte. Il 26 gennaio di
due anni fa, infatti, incontravo insieme ad altri giornalisti Paul Thomas Anderson (oltre a Joaquin Phoenix e la produttrice JoAnne Sellar), nell'ambito dell'attività stampa romana per
l'uscita del suo ultimo lungometraggio di finzione: il capolavoro Vizio di forma.
Essendo da quasi due
decenni un grandissimo ammiratore del regista losangelino (la visione di Magnolia a 13
anni in un certo senso mi ha cambiato la vita, d'altronde il nome di questo blog non è frutto del caso), incontrarlo per la prima
volta in un contesto che non fosse una distaccata conferenza stampa
di un Festival rappresentava per me un momento particolarmente sentito. E
ricordo con estremo piacere la mezz'ora scarsa passata con lui, per certi
aspetti anche introverso ma molto disponibile e alla mano.
lunedì 23 gennaio 2017
Never Mind the Bollocks, Here's the Sex Cowboys. Intervista ad Adriano Giotti, il regista di "Sex Cowboys"
Con
un passato da bassista in un gruppo hardcore punk, il trentaduenne
regista fiorentino racconta così la sua opera prima: “Come nel
punk con due accordi si riusciva a raggiungere una grande libertà
d'espressione, in Sex Cowboys
abbiamo cercato di sfruttare al massimo l'essenzialità dei mezzi a
disposizione”.
Adriano
Giotti all'inizio avrebbe voluto scrivere romanzi. L'incontro con
Alessandro Baricco alla Scuola Holden però ha
inaspettatamente modificato i suoi piani. Il noto scrittore aveva
infatti da poco realizzato il suo film Lezione ventuno e
propose agli studenti un corso pratico di regia. Da lì in avanti
la vita di Adriano è cambiata. Attualmente vive tra Madrid e
Roma e dopo una gran quantità di videoclip e numerosi cortometraggi,
ha realizzato il suo lungometraggio d'esordio Sex Cowboys,
vincitore del premio per il miglior film italiano all'ultima edizione
del RIFF: una piccolissima opera indipendente incentrata su una
coppia che per cercare di sbarcare il lunario riprende i propri
rapporti per venderli sul web e dove il sesso viene messo in
scena in maniera molto esplicita. Abbiamo
incontrato Adriano, accompagnato anche dai due protagonisti Francesco
Maccarinelli e
Nataly Beck's.
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