martedì 31 maggio 2011

Buon compleanno, Clint



Oggi compie ottantadue anni Clint Eastwood, uno dei registi più importanti tuttora in attività sul piano internazionale. Negli ultimi trent'anni il cineasta californiano (San Francisco, 1930) ci ha regalato alcune delle opere più significative del nostro tempo, trovando con il passare degli anni una maturità e un'ispirazione davvero invidiabili e che saranno certamente di ispirazione per molti giovani colleghi. In questi giorni Eastwood sta lavorando alla post-produzione della sua ultima pellicola, quel J. Edgar in uscita negli Stati Uniti il prossimo Natale che racconterà la controversa storia del celebre J. Edgar Hoover (interpretato da DiCaprio), influente direttore dell'FBI dal 1935 al 1972, anno della morte. 
L'infaticabile Clint, appena ultimati i lavori legati a questo bio-pic cui lavora ormai tre anni, si dedicherà al remake del noto musical È nata una stella, la cui protagonista sarà la cantante Beyoncé Knowles: non si può certo dire che il nostro, nonostante l'età, non ami ancora prendersi dei rischi.

lunedì 30 maggio 2011

Si è chiusa ieri la prima edizione del "Ca' Foscari Short Film Festival"


I love you, I love you not di Marie Elisa Scheidt (Germania, 2011), prodotto dalla scuola di cinema e televisione di Monaco (Hff, Hochschule Fur Fernsehen Und Film Munchen), ha vinto il "Concorso Internazionale" del Ca' Foscari Short Film Festival, il primo festival europeo organizzato e del tutto gestito dall'università veneziana Ca’ Foscari, che è nato allo scopo di scoprire e valorizzare negli anni futuri i giovani registi addestrati dalle scuole di cinema di tutto il mondo. Il direttore artistico del festival è lo storico critico cinematografico de Il Manifesto Roberto Silvestri.
La cerimonia di chiusura si è svolta ieri sera e la giuria internazionale, composta da Valerio Mastandrea, Theo Eshetu e Mario Handler, ha premiato I love you, I love you not con la seguente motivazione: 
“Premesso che il livello generale dei lavori visti è stato altissimo per un uso originale e pluralistico del linguaggio espressivo, la giuria ha voluto considerare, non senza fatica, l’equilibrio tra la padronanza del mezzo e l’intento artistico, premiando I love you I love you not. Per aver saputo raccontare l’ amore con un’ alternanza di linguaggi lucida e commovente”.

giovedì 26 maggio 2011

Terrence Malick e quello storico incontro al festival di Roma


Nell'articolo che ho postato giovedì scorso, Malick, il festival di Cannes e "The Tree of Life", accennavo di aver avuto la fortuna di incontrare il celebre regista nell'unica occasione pubblica che lo ha visto protagonista negli ultimi trentotto anni (come sapete, a causa della sua ormai nota timidezza, il cineasta non si è presentato neppure in occasione della cerimonia di premiazione del festival di Cannes per ritirare la Palma d'Oro). Di quello storico incontro avvenuto il 25 ottobre 2007 durante la seconda edizione del Festival di Roma (allora ancora "Festa del Cinema") e ospitato all'interno della sezione "Extra" curata da Mario Sesti, avevo un ricordo molto piacevole ma piuttosto vago e indeterminato. Oltre al fatto che si incentrò sul cinema italiano, sulla figura attoriale di Totò e che Malick si era dimostrato poco incline a parlare della propria opera, poche cose mi tornavano nitidamente alla mente di quell'incontro. Non vi nascondo che questa cosa mi faceva provare un certo disagio.

domenica 22 maggio 2011

I vincitori della 64a edizione del festival di Cannes: il trionfo di Terrence Malick con "The Tree of Life"


Standing ovation in sala per il capolavoro di Malick (naturalmente rimasto negli Stati Uniti).  Qualche giorno fa lo stesso Sorrentino aveva ammesso con sincerità e umiltà: «È stata una crudeltà mettere in concorso il film di Malick. È come scendere in campo e scoprire che devi giocare contro Maradona». 
D'altronde, avevamo già scritto che era quasi impossibile che la giuria ignorasse la grandezza di The Tree of Life. Verdetto dunque inevitabile: la Palma d'oro va a uno dei film più importanti, coraggiosi e ambizioni degli ultimi anni. 
Peccato per gli italiani Paolo Sorrentino e Nanni Moretti, rimasti a bocca asciutta rispettivamente per This Must Be The Place e Habemus Papam, pur apprezzati dalla critica internazionale. 

Ecco la lista completa dei vincitori:

Palma d’oro al miglior  film: The Tree of Life (USA) di Terrence Malick
Gran Premio Speciale della Giuria (assegnato al film che mostra maggiore  originalità e spirito di ricerca): Il ragazzo con la bicicletta (Francia) di Jean-Pierre e Luc Dardenne; ex-aequo con Once Upon a Time in Anatolia (Turchia/Bosnia-Herzegovina) di Nuri Bilge Ceylan
Premio della Giuria: Polisse (Francia) di Maïwenn Le Besco
Miglior regia: Nicolas Winding Refn per Drive (USA)
Miglior interpretazione maschile: Jean Dujardin per The Artist (Francia) di Michel Hazanavicius
Miglior interpretazione femminile: Kirsten Dunst per Melancholia (Danimarca/Svezia/Francia/Germania) di Lars von Trier
Miglior sceneggiatura: Joseph Cedar per Hearat Shulayim (Israele) di Joseph Cedar
Camera d’Or (assegnato alla migliore opera prima di tutte le sezioni): Las Acacias (Argentina/Spagna) di Pablo Giorgelli
Palma d’oro al miglior cortometraggio: Cross (Francia/Ucraina) di Maryna Vroda

giovedì 19 maggio 2011

Malick, il festival di Cannes e "The Tree of Life"


Questa settimana cinematografica è indubbiamente la settimana di The Tree of Life (qui potete leggere la mia recensione), un progetto ambiziosissimo in parte pensato già a partire dagli anni Settanta dello scorso secolo dall'eccentrico Malick. Figlio di un ricco manager di un'azienda petrolifera, il nostro si è laureato in filosofia ad Harvard, ha abbandonato prima del termine un assai prestigioso dottorato ad Oxford causa incomprensioni con il tutor, ha realizzato soli cinque film in trentotto anni, non ama essere fotografato e non rilascia una intervista dal 1973. 
Chi scrive ha avuto la fortuna di partecipare all'eccezione che in tutti questi anni ha confermato la regola della ossessiva riservatezza malickiana: al festival di Roma del 2007 il regista accettò di partecipare ad un incontro con il pubblico, nel quale però si rifiutò di parlare del proprio cinema, concentrandosi sul cinema italiano e in particolare la figura attoriale di Totò, che, se la memoria non mi inganna, affermò essere uno dei più grandi attori comici cinematografici di tutti i tempi.

lunedì 16 maggio 2011

"The Tree of Life" di Terrence Malick: la recensione


Scrivere di un film come The Tree of Life subito dopo la prima visione è una di quelle sfide improbe e impossibili alle quali, a causa delle regole del gioco a cui non è possibile sottrarsi, sono sottoposti i critici cinematografici quando si trovano costretti a giudicare “per direttissima” film tanto complessi, stratificati e poetici. Data la florida ricchezza dell’opera in questione, che si alimenta di un susseguirsi di immagini di una bellezza mozzafiato che per due ore e mezza ininterrottamente sfidano l’occhio a godere del proprio oggetto di visione, l’unica strada percorribile per una prima (e assolutamente parziale) analisi è quella di limitarsi ad indicare una serie di suggestioni che il tanto atteso lavoro di Malick riesce a suscitare in chi guarda.

"The Tree of Life" di Terrence Malick: brevi considerazioni preliminari in anticipazione della recensione


Si è da poco conclusa l'attesissima anteprima stampa romana di The Tree of Life. Prima di proporvi la recensione che mi accingo a scrivere, voglio solo anticiparvi un mio sintetico giudizio, in pochissime righe, sullo straordinario film di Terrence Malick. Per evitare di esserne in qualsiasi modo influenzato, mi informerò sulle reazioni della stampa internazionale a Cannes solo dopo aver concluso e pubblicato la mia recensione. Ad ogni modo, il film di Malick è pura poesia per immagini. Giocando in modo sublime con le possibilità di sprigionare senso date dall'accostamento lirico di immagini lontanissime ma al contempo vicinissime tra loro, il sessantottenne cineasta nordamericano è riuscito nell'impresa di far dialogare il particolare (la semplice storia di una famiglia della provincia americana degli anni cinquanta) con l'universale (la nascita del cosmo e della vita). Per quanto possa essere complicato scrivere di un film così stratificato e complesso a pochi minuti dalla prima visione, una cosa si può dire: Malick ha diretto un film che parla del mistero della vita e del nostro essere nel mondo con la vena del poeta in stato di grazia. 
Il prima possibile posterò la mia recensione.



sabato 14 maggio 2011

Un "The Tree of Life" da brividi


Il 16 giugno alle ore 11, due ore e mezza dopo la prima presentazione ufficiale al festival di Cannes, vedrò all'anteprima stampa romana The Tree of Life di Terrence Malick. Appena possibile posterò la mia recensione (quasi certamente nella stessa giornata di lunedì). Nel frattempo però, per ingolosirvi un po', vi propongo una clip del film che non avevo ancora mai visto e che prendo dal blog Hollywood Elsewhere del critico americano Jeffrey Wells. Da questo breve frammento, di cui qualche immagine si era già vista nello straordinario trailer ufficiale, Brad Pitt sembra particolarmente ispirato: osservate - in particolare dal tredicesimo al ventiquattresimo secondo - la violenza che esprime il suo sguardo verso il figlio mentre lo istiga con forza a colpirlo. Da brividi.


venerdì 13 maggio 2011

"Four Lions" di Chris Morris; "Parked" di Darragh Byrne; "Jack Goes Boating" di Philip Seymour Hoffman; "The Bang Bang Club" di Steven Silver

Ho ritrovato quattro mie brevissime recensioni di alcune delle pellicole più interessanti che ho avuto modo di vedere all’ultimo festival di Torino (26 novembre-4 dicembre 2010). Le avevo scritte così sintetiche perché l’idea iniziale era di proporvi mini-recensioni di tutti i film da me visti durante la rassegna piemontese. Poi, però, non ho più scritto su tutti i film che ho visto ed è andata a finire che alcune delle brevissime recensioni  le ho postate, in alcuni casi ampliandole un po’, in seguito all'uscita dei film nei cinema italiani (vedi Hereafter, Un gelido inverno, Burlesque). Qui sotto potete leggere le piccole recensioni di Four Lions di Chris Morris, Parked di Darragh Byrne, Jack Goes Boating di Philip Seymour Hoffman e The Bang Bang Club di Steven Silver, tutti ancora inediti in Italia. Il primo dei quattro, i cui diritti italiani sono stati acquistati dalla Videa-CDE, uscirà da noi il prossimo 6 giugno.

mercoledì 11 maggio 2011

A Latina la rassegna "Poliziottesco all'italiana. Il cinema di Enzo G. Castellari" (12, 17 e 19 maggio)


Domani parte l'interessante iniziativa organizzata dal "Cinecircolo BlackMaria" di Latina: una mini-rassegna intitolata "Poliziottesco all'italiana. Il cinema di Enzo G. Castellari" e dedicata al celebre regista italiano di b-movies tanto amato da Quentin Tarantino (il quale, come è noto, si è parzialmente ispirato a Quel maledetto treno blindato, 1978, per il suo ultimo film Inglourious Basterds).
La rassegna si svolgerà nel capoluogo pontino tra il 12 maggio e il 19 maggio presso l'Auditorium del Liceo Classico "Dante Alighieri" (viale Mazzini; ingresso via Oriani) e si svilupperà in tre appuntamenti serali che avranno inizio alle ore 20:30. Domani 12 maggio verrà proiettato La polizia incrimina, la legge assolve (1973) mentre giovedì 19 maggio ci sarà la proiezione de Il cittadino si ribella (1974); in mezzo, martedì 17 maggio, l'appuntamento più importante con la proiezione de Il grande racket (1976) alla presenza dello stesso Castellari, che introdurrà il film e incontrerà il pubblico prima della proiezione. Gli ingressi sono tutti rigorosamente gratuiti.
Un'iniziativa da non perdere, dunque, per gli appassionati del cosiddetto cinema di serie b italiano degli anni Settanta e anche di un certo rilievo per una città come Latina in cui generalmente, perlomeno sul piano culturale, ben poco si muove. Cliccando qui sotto su "continua a leggere", o come direbbe un blogger americano after the jump, troverete le immagini delle locandine dei film proiettati e di Castellari, una delle quali in compagnia di Quentin Tarantino.

martedì 10 maggio 2011

28 foto dal set di "The Tree of Life" di Terrence Malick


Ormai ci siamo quasi: il 18 maggio, dopo la presentazione in concorso di lunedì prossimo al festival di Cannes, uscirà in Italia l'attesissimo e ambiziosissimo nuovo film di Terrence Malick. The Tree of Life lo aspettiamo da anni. Dopo aver analizzato l'ammaliante trailer in un articolo del 2 febbraio, ripercorrendo contestualmente la genesi della pellicola, e avervi riportato in un articolo del 9 marzo un piccolo scoop sulla presenza dei dinosauri fatto da un giornalista inglese di Little Withe Lies, adesso che ci avviciniamo al giorno dell'uscita vi proponiamo qui di seguito 28 fotografie molto suggestive che giungono dal set de L'albero della vita e che girano in rete da qualche tempo dopo essere state presentate dal sito russo Kinopoisc
Buona visione.

lunedì 9 maggio 2011

"L'innocenza del peccato" di Claude Chabrol


Presentata fuori concorso al festival di Venezia del 2007, la penultima fatica cinematografica di Claude Chabrol, deceduto lo scorso 12 settembre all’età di ottanta anni, è un lucido e disincantato viaggio all’interno dell’animo umano e delle sue molteplici e sfuggenti sfaccettature. Come in molto cinema del cineasta transalpino, anche qui l’ambiente ritratto è quello borghese (del quale vengono sottolineate per l’ennesima volta le profonde contraddizioni e ipocrisie) e l’intreccio è una sorta di semplice canovaccio in cui far vivere personaggi complicati, ambigui, mai facilmente decifrabili o etichettabili. Questa volta al centro della storia vi è un triangolo amoroso che vede protagonisti un celebre scrittore (François Berléand), una giovane e attraente presentatrice televisiva (Ludivine Sagnier) e un rampollo di una famiglia ricchissima che vive di rendita (Benoît Magimel).

venerdì 6 maggio 2011

"Juno" di Jason Reitman


Come spesso accade nella maggior parte delle pellicole statunitensi a produzione “indipendente” che si propongono di mostrare, in modo disincantato e con buona dose di humour, uno spaccato di vita della provincia americana, la storia che ci viene presentata è semplice e lineare: Juno, una sedicenne anticonformista, loquace e dotata di uno spiccato senso dell’umorismo (Ellen Page), rimane incinta in seguito alla sua prima esperienza sessuale con il coetaneo e un po’ goffo compagno di scuola Paulie Bleeker (Michael Cera). L’inaspettata gravidanza scuoterà improvvisamente la vita della giovane protagonista, la quale dovrà decidere in breve lasso di tempo cosa fare del bambino e sarà bruscamente costretta dalle circostanze ad accelerare il proprio processo di crescita adolescenziale.

martedì 3 maggio 2011

Darren Aronofsky presiederà la giuria del prossimo festival di Venezia


È notizia di qualche giorno fa che Darren Aronofsky sarà il presidente della giuria della 68a edizione del festival di Venezia, che si svolgerà dal 31 agosto al 10 settembre. Per le indiscrezioni sui possibili film che entreranno a far parte del concorso è ancora presto, ma l'annuncio della Biennale è già una grande notizia. Il quarantaduenne cineasta di Brooklyn dopo Pigreco (1998), Requiem for a Dream (2000), The Fountain (2006, il suo film meno convincente, ma comunque ambizioso, emozionante ed esteticamente suggestivo) e The Wrestler (2008, Leonde d'Oro al festival di Venezia del 2008), con il potentissimo e disturbante Il Cigno Nero è riuscito persino a conquistare, per la prima volta nella sua carriera, il botteghino. Il film che tre mesi fa ha fruttato l'Oscar a Natalie Portman, infatti, cupo e ansiogeno, ha inaspettatamente guadagnato 294 milioni di dollari in tutto il mondo, a fronte dei 13 milioni dei costi di produzione. Questo strepitoso successo ha permesso ad Aronofsky di non onorare l'accordo precedentemente stipulato con la Fox (produttrice e distributrice de Il Cingo nero), che lo aveva ingaggiato per dirigere il sequel di Wolverine con Hugh Jackman.