Parigi, 1900. Christian (Ewan McGregor), un giovane e appassionato aspirante scrittore inglese, giunge nella capitale transalpina con la speranza di divenire un apprezzato romanziere di storie d'amore. Si trasferisce nel quartiere di Montmartre, dove viene coinvolto da alcuni bizzarri e stravaganti artisti bohémien (tra cui l'eclettico Toulouse-Lautrec) nell'allestimento di un surreale spettacolo teatrale dal titolo “Spettacolo spettacolare”. Il gruppo di squattrinati è alla disperata ricerca di risorse economiche e finisce per convincere Christian a provare a sedurre Satine, la ballerina più attraente del Moulin Rouge che sogna un futuro da attrice, allo scopo di coinvolgere finanziariamente il proprietario del celebre locale notturno. Quest'ultimo, anch'egli alla ricerca di denaro per trasformare il suo bordello di lusso in un teatro, ha però già promesso la bella Satine ad un facoltoso duca. A causa di un divertente susseguirsi di equivoci, l'affascinate ragazza inizialmente scambia Christian per il duca, finendo per innamorarsene. Da qui naturalmente partirà tutta una serie di sviluppi della trama, a metà tra favola romantica e dramma sentimentale.
Il regista Baz Luhrmann in Moulin Rouge! (2001) racconta una storia d'amore come tante altre in una maniera del tutto anticonvenzionale. Attraverso un incessante tripudio di immagini vive e colorate, sovrimpressioni, accelerazioni e ralenti, cerca in tutti i modi di restituire la forza del sentimento amoroso che coinvolge i due protagonisti principali. Senza preoccuparsi minimamente dei concetti tradizionali di realismo o verosimiglianza. Una Parigi così dichiaratamente stilizzata e artificiale (i cui esterni sono composti interamente da modellini in miniatura) non può che spiazzare, abituati come siamo ad effetti speciali digitali in grado di ricostruire qualsiasi luogo con un elevato grado di fedeltà. In questo particolare contesto, dunque, non è certo il caso di stupirsi se Satine e Christian, nel momento in cui capiscono di amarsi, si ritrovano a ballare sui tetti dei palazzi di Parigi o a volare sullo sfondo di un cielo stellato, con il ragazzo che si aggrappa ad una Torre Eiffel alta quanto lui per esternare al mondo i propri sentimenti. Ciò che conta, alla stregua degli ideali bohémien dell'epoca, è quella realtà delle emozioni in grado di essere orgogliosamente autonoma dalla realtà materica.
Questo stile spumeggiante e vigoroso si sposa perfettamente con l'audace scelta delle musiche. Alcune delle canzoni popolari più famose dalla fine degli anni sessanta in poi (solo per citarne alcune, si va da All you need is love dei Beatles a Like a Virgin di Madonna, passando per Heroes di David Bowie, Roxanne dei Police e Smells Like Teen Spirit dei Nirvana) vengono riarrangiate con un gusto musicale notevole. In diversi casi i loro testi sono adattati appositamente per essere il più possibile aderenti alle vicende narrate, unendosi in una commistione di forte impatto volta ad esprimere efficacemente i cangianti stati d'animo dei personaggi. Finendo in più occasioni per ammaliare: si vedano in particolare la sequenza sopra citata che narra il nascente sentimento amoroso tra Christian e Satine o quella sfarzosa finale in cui si assiste alla resa dei conti tra Christian, Satine e il temibile duca.
Alcuni amanti del musical degli anni d'oro (dalla coppia di ballerini Ginger Rogers-Fred Aistaire a quella più autoriale Stanley Donen-Gene Kelly) di sicuro non avranno gradito, ma bisogna riconoscere che il risultato complessivo raggiunto da Luhrmann è di indubbia forza e che le prove degli attori principali sono particolarmente ispirate. A tal proposito, è necessario spendere due parole per Nicole Kidman: intensa, ironica e leggiadra, dimostra di avere anche delle doti canore di tutto rispetto. L'attrice australiana avrebbe senza ombra di dubbio meritato l'Oscar, ma verrà poi risarcita l'anno seguente per la sua interpretazione di Virgina Woolf in The Hours di Stephen Daldry. Moulin Rouge! è un musical folgorante, inventivo, seducente: un vero e proprio “spettacolo spettacolare”.
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