Lanciato da una campagna virale sul web che ha pochi precedenti nella storia del marketing cinematografico, con un notevole numero di estratti di sequenze resi progressivamente disponibili online, Super 8 è stato con abilità pensato a tavolino per essere percepito come un vero e proprio evento. Il film è approdato nelle sale statunitensi lo scorso 9 giugno, ottenendo un ottimo successo al botteghino nonché di critica. In Italia uscirà il 9 settembre, ma ho avuto l’occasione di vederlo in anteprima ad una delle proiezioni organizzate per la stampa romana nella seconda metà di luglio.
La terza pellicola di J.J. Abrams – autore delle serie tv cult Lost e Fringe e regista di Mission: Impossible 3 e Star Trek – è complessivamente un riuscito divertissement che piuttosto esplicitamente si inserisce nel filone di quegli spensierati film d’avventura in stile I goonies che tanto successo ebbero negli anni Ottanta. Il punto di forza più evidente del film è infatti quello di riuscire a far evadere e sognare lo spettatore, portandolo in un mondo magico e al contempo facendolo in qualche modo tornare bambino. Allo spettatore adulto verranno quindi in mente il già citato I goonies di Richard Donner, ma anche quello spirito ludico alla base dei film di Indiana Jones, per non parlare di E.T. o Incontri ravvicinati del terzo tipo (cui vengono fatti riferimenti più o meno espliciti), tutti di Steven Spielberg, non a caso coproduttore di Super 8 con la sua Amblin Entertainment.
Nell’estate del 1979, in piena Guerra Fredda, alcuni pre-adolescenti realizzano un film amatoriale di zombi nella loro cittadina dell’Ohio. Proprio mentre stanno girando con una Super 8 (da qui il titolo della pellicola) nei pressi della stazione ferroviaria, i giovani sono testimoni di un disastroso scontro tra un treno merci e un misterioso pick-up improvvisamente apparso lungo i binari. Nonostante il tentativo dei militari di minimizzare l’accaduto riconducendolo ad un tragico incidente, la bizzarra tipologia di merci trasportata dal treno e gli strani accadimenti che avvengono in seguito nella cittadina fanno da subito pensare che dietro ci sia ben altro.
Super 8 cattura l'attenzione dello spettatore dal primo all'ultimo minuto, avvolgendolo sapientemente in un'atmosfera di tensione crescente. Orgogliosamente nostalgica, come detto, l'opera di Abrams dà la possibilità di rivivere le atmosfere dei film d’avventura degli anni Ottanta, aggiungendo però anche un’intrigante componente meta-cinematrogafica, oltre ad una componente misteriosa – dark e horror – per andare incontro ad un pubblico popolare contemporaneo. Il mix funziona davvero bene e la speranza è quella di vedere altri progetti di questo tipo nei prossimi anni. Molto buone le prove dei ragazzi protagonisti, tra i quali naturalmente spicca Elle Fanning (la sorprendente figlia di Stephen Dorff in Somewhere di Sofia Coppola), ma anche gli esordienti sul grande schermo Joel Courtney e Riley Griffiths.
Articolo pubblicato su cinemartmagazine
Non vedo l'ora di vederlo, mi sembra un film molto intrigante, anche se della tipologia soft "per famiglie".
RispondiEliminaUn film di qualità che ci riporta agli anni ottanta ma (come hai scritto nel tuo post) non solo, in quanto capace di recuperare un certo fanta-horror anni cinquanta riadattato agli anni duemila.
RispondiEliminasì, devo dire che J.J. Abrams si è dimostrato davvero abile nel dosare in modo equilibrato i vari generi e le varie influenze cinematografiche cui "Super 8" fa riferimento
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