L'altro ieri, venerdì 21 febbraio, si è svolta presso la Casa del Cinema di Roma la cerimonia di premiazione della seconda edizione de Il Mese del documentario. La manifestazione coordinata da Christian Carmosino e Emma Rossi Landi, alla quale hanno partecipato quasi 10.000 spettatori, si è svolta a partire dal 13 gennaio a Roma e in altre città italiane (Bologna, Firenze, Milano, Napoli, Nola, Nuoro, Palermo, Torino) e capitali europee (Barcellona, Berlino, Londra e Parigi), dove sono stati proiettati i dieci documentari finalisti – cinque partecipanti alla sezione italiana e cinque alla sezione internazionale – selezionati in una prima fase da un comitato scientifico composto da direttori di festival e giornalisti esperti di cinema e successivamente da una giuria formata da 100 professionisti del cinema.
Il premio Doc/it Professional Award al miglior documentario italiano dell'anno, assegnato da circa 150 professionisti tra registi, produttori, direttori di festival e critici che si occupano di documentario, è andato a Le cose belle di Agostino Ferrente e Giovanni Piperno. Il film, che è stato girato in due momenti diversi a distanza di dieci anni e racconta la difficoltà nel diventare adulti di quattro ragazzini napoletani, ha ottenuto anche il Premio del Pubblico Italiano (offerto dalla associazione 100autori) e il Premio del Pubblico Europeo (un premio in distribuzione a Londra, Parigi e Berlino messo a disposizione dagli Istituti Italiani di Cultura)
Il premio Doc/it Professional Award al miglior documentario italiano dell'anno, assegnato da circa 150 professionisti tra registi, produttori, direttori di festival e critici che si occupano di documentario, è andato a Le cose belle di Agostino Ferrente e Giovanni Piperno. Il film, che è stato girato in due momenti diversi a distanza di dieci anni e racconta la difficoltà nel diventare adulti di quattro ragazzini napoletani, ha ottenuto anche il Premio del Pubblico Italiano (offerto dalla associazione 100autori) e il Premio del Pubblico Europeo (un premio in distribuzione a Londra, Parigi e Berlino messo a disposizione dagli Istituti Italiani di Cultura)
Per la sezione internazionale, il Premio del Pubblico Doc.International è andato invece al documentario Call Me Kuchu delle statunitensi Katherine Fairfax Wright e Malika Zouhali-Worral, incentrato sulle vicende degli attivisti LGBT in Uganda. L'opera ha sinora partecipato a più di 100 festival e ha vinto decine di premi tra cui il Teddy Award per il miglior documentario al Festival di Berlino del 2012 e l’Amnesty International Human Rights Award al Festival di Duirban dello stesso anno.
Nessun commento:
Posta un commento