mercoledì 23 marzo 2011

"Silvio Forever" di Roberto Faenza e Filippo Macelloni


Del progetto scritto dagli editorialisti del Corriere della Sera e autori de La Casta Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella e diretto a quattro mani da Roberto Faenza e Filippo Macelloni, non si è saputo nulla fino a poche settimane fa. Poco dopo è scoppiata la polemica legata alla censura della Rai, che ne ha bloccato la messa in onda del trailer. Pensato e sviluppato dagli autori nel silenzio più totale, uscirà nelle sale venerdì prossimo l’interessante Silvio Forever, documentario che in ottanta minuti ripercorre con ironia, ma al contempo attraverso un affascinante sguardo piuttosto distaccato e “oggettivo”, la storia imprenditoriale e politica di Silvio Berlusconi, partendo addirittura dall’infanzia e arrivando sino agli eventi di più stretta attualità.

Naturalmente, in un così breve lasso di tempo non era possibile approfondire a dovere tale molteplicità di eventi e allora la scelta di raccontare Berlusconi attraverso le sue stesse parole risulta particolarmente vincente, scatenando momenti ilarità ma soprattutto costituendo per lo spettatore un prezioso momento di riflessione su una figura ambigua e controversa, certo, ma per diversi aspetti anche affascinate e assai abile nel creare consenso attorno a sé. Quasi tutto ciò che si ode durante questo documentario di montaggio, che tra l’altro si muove con abilità all’interno delle innumerevoli immagini di repertorio legate a Berlusconi, sono dunque state pronunciate dall’attuale premier. E per quelle frasi non disponibili in condizioni audio accettabili è intervenuta l’interpretazione vocale di Neri Marcorè, il quale, in un momento molto divertente della conferenza stampa di ieri, ha giocato con i giornalisti fingendo di essersi preparato al ruolo seguendo il più ferreo metodo di immedesimazione stanislavskiano e di essersi sentito davvero pronto a registrare solo dopo essere stato in grado di librarsi a trentasette centimetri da terra.


Ne risulta un documentario godibile, vivace e affascinante per come ripropone quella grande narrazione berlusconiana narcisa ed edulcorata che a partire dalla discesa in campo del Cavaliere ha sedotto il popolo italiano in modo così potente. Ad ogni spettatore, poi, la libertà di farsi una propria opinione sull’uomo che maggiormente ha segnato la politica del nostro paese dal 1994 ad oggi. Periodo nel quale però, come recita laconicamente la didascalia conclusiva di Silvio Forever, il patrimonio di Berlusconi si è quintuplicato passando da 1,5 a 7,8 miliardi di euro.

Articolo pubblicato su cinezapping

2 commenti:

  1. Beh complimenti a Faenza e agli autori perchè non era facile costruire un film su Berlusconi dato che siamo all'overdose dell'argomento da anni...

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