Nel 2009 Giuseppe Capotondi debutta dietro la macchina da presa con un film che difficilmente si associerebbe a un esordiente e che sembra letteralmente un corpo estraneo rispetto alle consuete produzioni nazionali di questi ultimi anni.
Sonia (Ksenia Rappoport) e Guido (Filippo Timi), una cameriera e un ex poliziotto che ora fa il guardiano in una grossa villa, si conoscono in una malinconica serata ad uno speed date (gli appuntamenti organizzati in cui si fa conoscenza con altre persone girando di tavolo in tavolo). Tra loro c’è da subito attrazione e così decidono di continuare a vedersi e uscire insieme. Ci guardiamo bene dallo scrivere altro, dal momento che da qui in avanti La doppia ora sarà un colpo di scena continuo: l’opera prima di Capotondi, infatti, è costruita in maniera impeccabile e cambia ritmo in continuazione, sfuggendo a chi guarda con mirabile sistematicità.
Sonia (Ksenia Rappoport) e Guido (Filippo Timi), una cameriera e un ex poliziotto che ora fa il guardiano in una grossa villa, si conoscono in una malinconica serata ad uno speed date (gli appuntamenti organizzati in cui si fa conoscenza con altre persone girando di tavolo in tavolo). Tra loro c’è da subito attrazione e così decidono di continuare a vedersi e uscire insieme. Ci guardiamo bene dallo scrivere altro, dal momento che da qui in avanti La doppia ora sarà un colpo di scena continuo: l’opera prima di Capotondi, infatti, è costruita in maniera impeccabile e cambia ritmo in continuazione, sfuggendo a chi guarda con mirabile sistematicità.
Il quarantatreenne cineasta italiano, che viene da una lunga e fortunata esperienza internazionale come autore di videoclip (Skunk Anansie, Skin, Bush, Keane, Natalie Imbruglia), gioca con spettatore, meccanismi narrativi e generi cinematografici come fosse un veterano e la pellicola coinvolge dal primo all’ultimo minuto. Timi, dopo la straordinaria prova fornita con l’interpretazione di Mussolini nel potente Vincere di Marco Bellocchio, si conferma ad altissimi livelli, mentre Ksenia Rappoport (vincitrice nel 2006 del David di Donatello per La sconosciuta di Tornatore) gli fa degnamente da spalla. Era da tempo che non si vedeva un film italiano che osasse così dal punto di vista narrativo. Riuscitissimo, quello di Capotondi è un esordio che vale doppio. Presentato al 66° festival di Venezia senza venire apprezzato come avrebbe meritato dalla critica nostrana.
io l'ho apprezzato! ma non sono un critico dei festival :)
RispondiEliminasto imparando con il tempo che abbiamo più di qualche gusto in comune ... non avevo dubbi che l'avresti apprezzato! ;)
RispondiEliminaConcordo. Buon film, ben recitato e ben diretto. Una bella sorpresa e sopratutto una trama originale per un film italiano festivaliero
RispondiEliminaFinalmente un thriller italiano degno di questo nome, naturalmente non può essere considerato solo un thriller.....cmq uno dei film italiani migliori degli ultimi anni che ha ricevuto poca visibilità ed è stato apprezzato troppo poco dalla critica....
RispondiEliminaBel blog Luca, segui anche il mio se ti va...
grazie per i complimenti cinepolis e benvenuto nel mio blog. Vado subito a fare un salto sul tuo blog!
RispondiEliminaSperiamo che Capotondi si rifaccia vivo con altri film! ce n'e' bisogno....
RispondiEliminaLo spero vivamente anche io, dopo quest'ottimo esordio sarei molto curioso di vedere il suo prossimo lavoro da regista.
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