Il cinema americano, anche nelle sue forme più raffinate o in quelle più indipendenti che godono di maggiore libertà creativa, propone spesso dei percorsi di crescita dei personaggi che sfociano nella redenzione. Se il protagonista si trova in un momento di bilancio ed è portato in vari modi a riflettere sul proprio vissuto, per quanto il sentimento malinconico possa essere predominante, generalmente nei film statunitensi viene narrato il suo percorso interiore che poi, a seconda dei casi, conduce a un più o meno marcato livello di consapevolezza di sé e, successivamente, a una tangibile forma di cambiamento. La sceneggiatrice Diablo Cody, riprendendo il sodalizio con il regista Jason Reitman dopo lo straordinario e inaspettato successo commerciale di Juno (2007), in Young Adult decide invece di seguire, con audacia e intelligenza, una direzione decisamente differente.
La bellissima scrittrice di romanzi per bambini Mavis Gary (Charlize Theron), con alle spalle un matrimonio non andato a buon fine, lavora a Minneapolis e, a dispetto di quanto ci si potrebbe aspettare, ha una vita anonima e solitaria. Incapace di stabilire una nuova relazione duratura, beve molto e non si sente affatto appagata. Anche il lavoro non gira più nel verso giusto, dal momento che i suoi libri, che scrive all’ombra della più nota ideatrice della serie letteraria di cui essi fanno parte, hanno avuto nell’ultimo periodo un vistoso calo di vendite. Alla notizia della nascita del primogenito di Buddy, il suo ex ragazzo del liceo (Patrick Wilson), Mavis decide di far ritorno dopo tanti anni nella piccola città natia dalla quale era partita per cercare fortuna in qualità di scrittrice. Viziata, egoista e mai davvero divenuta adulta (da qui il titolo del film Young Adult che, oltre a giocare con il genere letterario frequentato dalla protagonista, fa evidentemente riferimento alla sua condizione), ella si prefigge con decisione e ben poca sensibilità di riconquistare Buddy, del tutto incurante del fatto che egli ha oramai una figlia neonata e si è costruito una vita familiare di cui è fiero.
Il personaggio di Mavis, portato sullo schermo in modo assai convincente dalla Theron (la cui nomination all’Oscar non sarebbe stata affatto immeritata), è uno dei protagonisti cinematografici umanamente più ripugnanti degli ultimi anni, perlomeno nel contesto della produzione statunitense, e allo spettatore risulterà praticamente impossibile condividerne idee, propositi e atteggiamenti. La regia di Jason Reitman è misurata e minimalista, sempre al servizio dell’azione all’insegna della tradizione più classica, e segue con sguardo distaccato e privo di fronzoli la traiettoria in verità ben poco classica (in quanto priva di una sostanziale evoluzione) del suo personaggio. Fino al paradigmatico finale.
È davvero così semplice, nella vita di tutti i giorni, imparare dagli errori o analizzare il nostro vissuto per poi cambiare e, di conseguenza, modificare i nostri comportamenti? Il film sembra avere le idee chiare a riguardo e la risposta non è quella che ci si potrebbe facilmente aspettare da un film hollywoodiano. A tal proposito, è impossibile non accennare alla assai raffinata sceneggiatura di Diablo Cody, la quale, dopo la vittoria dell’Oscar per il brioso e inventivo Juno, in realtà ben più edulcorato e furbo di quanto possa apparire in un primo momento, quest’anno è stata ingiustamente ignorata dai membri dell’Academy.
Pur non essendo stato granché apprezzato dal pubblico (il film ha sinora incassato in tutto il modo la non irresistibile cifra di 16 milioni di dollari, anche se ne è costati solo 12), Young Adult è stato a ragione elogiato dalla maggioranza della critica nordamericana e pressoché dalla totalità dei critici e delle testate giornalistiche di maggior spessore. Da sottolineare l'intensa prova di Patton Oswalt, una delle piacevoli sorprese del film nei panni dell’ex compagno di liceo della protagonista da lei mai considerato, che qui su Cinemagnolie mi fa piacere ricordare per il piccolo ruolo del croupier dal triste destino nel potentissimo prologo di Magnolia. Uscita negli Stati Uniti il 9 dicembre, l’ultima fatica dietro la macchina da presa di Jason Reitman sarà distribuita in Italia a partire dal 9 marzo. Lo spettatore italiano, però, sfortunatamente perderà con il doppiaggio la possibilità di ascoltare la voce roca di Charlize Theron, che si adatta perfettamente alla natura del personaggio da lei interpretato.
Articolo pubblicato in una versione leggermente differente su Taxi Drivers
credo di essere riuscito a linkare
RispondiEliminase ho toppato ci riproverò
appena ricambiato con molto piacere!
RispondiEliminalo attendo con curiosità.
RispondiEliminapeccato che in italia sia uscito in 12 sale...
Questa cosa mi ha davvero stupito ... in fondo si tratta di un film recitato da una bellissima diva internazionale premio Oscar, scritto da una sceneggiatrice premio Oscar e diretto da un regista candidato agli Oscar. Sicuramente è un film che sulla carta non punta al grande pubblico, ma 12 sale (o 13, come risulta a me, ma cambia ben poco) sono veramente una miseria!
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