giovedì 10 febbraio 2011

"Vicky Cristina Barcelona" di Woody Allen


Vicky (Rebecca Hall) e Cristina (Scarlett Johansson), rispettivamente studentessa universitaria specializzanda sull’identità catalana e aspirante regista amante di ogni tipo di forma artistica, sono due attraenti amiche che si recano per una vacanza estiva a Barcellona, desiderose di conoscere l’architettura e l’arte della città spagnola.
Qui, pur avendo idee completamente opposte sull’amore e sul rapporto di coppia, finiscono entrambe per farsi coinvolgere dall’affascinante pittore Juan Antonio (Javier Bardem). Cristina è libera, ma Vicky deve sposarsi a breve: la situazione si complica ulteriormente con il ritorno della passionale, seducente, emotivamente instabile e paranoica ex moglie dell’artista spagnolo, Maria Elena (Penelope Cruz), che porterà ad un intenso ménage à trois tra tre dei quattro protagonisti.


Ciò che più di ogni altra cosa rende Vicky Cristina Barcelona un film riuscito è la sceneggiatura (da sempre cavallo di battaglia di Woody Allen), composta da dialoghi brillanti e molto ben costruiti che coinvolgono fin da subito lo spettatore, delineando i personaggi con un brio ed un'ironia trascinanti. Ironia come veicolo, però, di una costante e strisciante riflessione, profondamente malinconica, sulla natura degli esseri umani e in particolare del rapporto che lega questi ultimi al sentimento amoroso. Pur essendo presente fin dall’inizio (si pensi anche solo al tono scanzonato e giocoso con cui il narratore esterno presenta tutte le vicende), il registro ironico diviene davvero preponderante nel momento in cui entra in scena Maria Elena, a metà circa del film. Penelope Cruz (vincitrice per questo ruolo dell’Oscar come miglior attrice non protagonista) è infatti protagonista in compagnia di Javier Bardem di sequenze davvero esilaranti, con le quali il regista si diverte nel mettere in luce le difficoltà e le idiosincrasie che presenta il loro appassionato e quantomeno bizzarro rapporto.


Gli attori principali offrono delle prove molto convincenti ed è palpabile il coinvolgimento con cui  hanno contribuito alla realizzazione della pellicola, che riscatta Woody Allen dopo il passo falso di Sogni e delitti, fredda riproposizione in chiave grottesca dei medesimi temi del lucido, disincantato, memorabile Match Point (indubbiamente il suo lavoro più ispirato degli ultimi dieci anni). Da segnalare sinteticamente, in coda, l’efficacia del finale “sospeso” e il breve, ma molto suggestivo, gioco di dissolvenze sui primi piani di Bardem e della Hall a precedere il loro primo bacio.

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