Dopo dieci anni, l’agente J e l’agente K tornano
in azione nel terzo capitolo di una delle saghe comico-fantascientifiche più note
della storia del cinema. Se il primo film, MIB - Men in Black (1997), divenne
fin dall’uscita un cult per la sua impeccabile commistione di trovate
fantasiose, ritmo brioso e dialoghi esilaranti, Men in Black II (2002), giudicato sin troppo
severamente dalla maggior parte dei critici all’epoca dell’uscita, tentò di riproporre
gli ingredienti vincenti del suo predecessore, senza però riuscirci fino in
fondo. Il risultato fu un film abbastanza divertente, di discreto intrattenimento
e in cui la coppia di protagonisti funzionava ancora piuttosto bene, ma che sostanzialmente,
complici la storia poco avvincente e la sostanziale assenza di originalità, perdeva
molta della magia e della freschezza del primo episodio.
Con ogni probabilità consapevoli di ciò che non aveva funzionato a dovere in Men in Black II, i produttori e lo sceneggiatore Etan Cohen (Tropic Thunder), al fine di rendere la storia di Men in Black 3 più dinamica e interessante, hanno deciso di giocarsi la carta dei viaggi nel tempo. Pur non brillando certo per originalità, la scelta si rivela però felice e il film trae da questo espediente narrativo una serie di situazioni e gag molto spassose, rendendo al contempo affascinante il mondo diegetico e, di conseguenza, recuperando parte di quella magia che aveva contraddistinto l’inarrivabile primo, storico episodio della saga.
Con ogni probabilità consapevoli di ciò che non aveva funzionato a dovere in Men in Black II, i produttori e lo sceneggiatore Etan Cohen (Tropic Thunder), al fine di rendere la storia di Men in Black 3 più dinamica e interessante, hanno deciso di giocarsi la carta dei viaggi nel tempo. Pur non brillando certo per originalità, la scelta si rivela però felice e il film trae da questo espediente narrativo una serie di situazioni e gag molto spassose, rendendo al contempo affascinante il mondo diegetico e, di conseguenza, recuperando parte di quella magia che aveva contraddistinto l’inarrivabile primo, storico episodio della saga.
Dopo oltre quarant’anni di carcere, il temibile
alieno Boris (Jemaine Clement) fugge
dal penitenziario di massima sicurezza costruito appositamente per lui sulla
Luna e torna indietro nel luglio del 1969 per uccidere il giovane agente K (John Brolin) ed evitare così che questi
lo arresti. Intuite le intenzioni di Boris, detto anche Boris l’animale, l’agente
J (Will Smith) torna anch’egli indietro
nel tempo per uccidere il criminale ed evitare la morte di K.
Questa a grandi
linee la storia del film, che sfrutta l’ambientazione del 1969 utilizzando come
spunti comici la Factory e la figura di Andy Warhol (sul quale viene fatta una
inaspettata rivelazione!), la spedizione spaziale sulla Luna e diversi altri
elementi culturali e di costume del periodo. Anche se, a una prima visione, appare
forse un po’ contorta, la storia sembra sostanzialmente reggere i vari salti
spazio-temporali e Men in Black 3 si rivela un film divertente e che, rispetto ai
suoi predecessori, sviluppa molto più a fondo il rapporto tra i due personaggi principali,
andando con maggiore decisione in direzione di quella componente melò cui si
era già iniziato a ricorrere in Men in
Black II con l’introduzione del personaggio interpretato da Rosario Dawson.
L’utilizzo del 3D, come purtroppo ormai
siamo ampiamente abituati, è lungi dall’essere inventivo o particolarmente stimolante;
in alcune sequenze di azione (si vedano ad esempio i carrelli a strapiombo che
mettono in scena i viaggi nel tempo), però, è comunque discretamente sfruttato dal
regista Barry Sonnenfeld.
Se Will
Smith si conferma a proprio agio nei panni dell’agente speciale MIB, la
sorpresa del film è Josh Brolin, che
con un notevole lavoro sulla mimica facciale riesce a rendere in modo molto
convincente la figura di un K ventinovenne. Divertente e sexy il cameo iniziale
di Nicole Scherzinger, ex leader
delle Pussycat Dolls. In uscita mercoledì 23 maggio.
Pubblicato su cinemartmagazine
Sembra divertente. Il primo era un vero spasso, il secondo, a mio parere, un pò meno.
RispondiEliminaVolevo portarci anche mio figlio (anni 8)...possibile o eccessivamente volgare??
Il film non è per nulla volgare. Forse l'unico momento che potrebbe non essere molto adatto ad un bambino di 8 anni si trova alla fine della scena iniziale, in cui si vede un bacio spinto e iperbolico (palesemente ironico per un adulto o un ragazzo, ma che magari potrebbe disturbare un po' un bambino) tra il cattivone alieno di turno e l'ex leader delle Pussycat Dolls. Si tratta comunque di pochi secondi all'interno di un film di un'ora e quaranta.
RispondiEliminaBene, temevo eccesso di parolacce...
EliminaNo, di parolacce non me ne ricordo. Qualcuna ce ne sarà pure probabilmente, ma molto poche. Poi fammi sapere se a tuo figlio è piaciuto. Credo che si possa divertire, anche se magari gli servirà assistenza sulla questione dei viaggi nel tempo! :)
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