Si è da poco conclusa l'attesissima anteprima stampa romana di The Tree of Life. Prima di proporvi la recensione che mi accingo a scrivere, voglio solo anticiparvi un mio sintetico giudizio, in pochissime righe, sullo straordinario film di Terrence Malick. Per evitare di esserne in qualsiasi modo influenzato, mi informerò sulle reazioni della stampa internazionale a Cannes solo dopo aver concluso e pubblicato la mia recensione. Ad ogni modo, il film di Malick è pura poesia per immagini. Giocando in modo sublime con le possibilità di sprigionare senso date dall'accostamento lirico di immagini lontanissime ma al contempo vicinissime tra loro, il sessantottenne cineasta nordamericano è riuscito nell'impresa di far dialogare il particolare (la semplice storia di una famiglia della provincia americana degli anni cinquanta) con l'universale (la nascita del cosmo e della vita). Per quanto possa essere complicato scrivere di un film così stratificato e complesso a pochi minuti dalla prima visione, una cosa si può dire: Malick ha diretto un film che parla del mistero della vita e del nostro essere nel mondo con la vena del poeta in stato di grazia.
Il prima possibile posterò la mia recensione.
IMMAGINI PER MEDITARE
RispondiEliminaL'ETERNA RICERCA DELL'ESSERE...
RispondiEliminaStraordinaria interpretazione di Sean Penn che evidentemente si finge muto, grande il regista che per risparmiare sul budget ha rubato per fare metà film le immagini da superquarck
RispondiEliminaProfondo, a tratti inquietante, torna alla mente spesso dopo averlo visto. Credo sia un film da rivedere. Coraggioso ed utile per questi tempi in cui è necessaria la riflessione cosi come l'apertura di coscienza.
RispondiElimina@ Anonimo/4: perfettamente d'accordo con te, ho scritto qualcosa di simile nella recensione che trovi sopra a questo mio articolo da te commentato.
RispondiElimina@ Anonimo/3: in realtà credo che le sequenze dell'universo siano di gran lunga quelle che hanno pesato maggiormente alla voce "budget" del film. E la qualità direi che è un po' più alta rispetto a quelle di Superquark! ;) Concordo sulla prestazione di Sean Penn, che in poche inquadrature riesce a sprigionare grandissima intensità, dando profondità in maniera encomiabile a un personaggio che in tutto starà sullo schermo per cinque minuti scarsi.