Oggi compie ottantadue anni Clint Eastwood, uno dei registi più importanti tuttora in attività sul piano internazionale. Negli ultimi trent'anni il cineasta californiano (San Francisco, 1930) ci ha regalato alcune delle opere più significative del nostro tempo, trovando con il passare degli anni una maturità e un'ispirazione davvero invidiabili e che saranno certamente di ispirazione per molti giovani colleghi. In questi giorni Eastwood sta lavorando alla post-produzione della sua ultima pellicola, quel J. Edgar in uscita negli Stati Uniti il prossimo Natale che racconterà la controversa storia del celebre J. Edgar Hoover (interpretato da DiCaprio), influente direttore dell'FBI dal 1935 al 1972, anno della morte.
L'infaticabile Clint, appena ultimati i lavori legati a questo bio-pic cui lavora ormai tre anni, si dedicherà al remake del noto musical È nata una stella, la cui protagonista sarà la cantante Beyoncé Knowles: non si può certo dire che il nostro, nonostante l'età, non ami ancora prendersi dei rischi.
In occasione del suo ottantaduesimo compleanno, qui sotto vi ripropongo due miei articoli di approfondimento sul cinema del grande regista (il secondo dei quali si concentra sull'analisi di Invictus) e la recensione dello straordinario Hereafter, uscito nei cinema italiani lo scorso gennaio:
Clint Eastwood: "l'ultimo dei classici", tra osservanza e rottura delle regole
Invictus: Nelson Mandela visto da Clint
Recensione di Hereafter
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